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Passaggi di neve

Oggi c'è un cielo terso e un vento freddo che appena tace nasconde un sole tiepido, forse più caldo di quello di marzo, forse un quasi aprile. Ho ossigenato prima il corpo, ci ho messo dentro tutta l'aria che ho respirato, ho fatto andare le gambe, ho tirato a calci un supertele con due compari davvero d'eccezione, con cui poi ho pranzato sull'erba e divorato un gelato dalle dimensioni interessanti. Lavorando poi di cibo e di creme, mi sono trovata incastrata in pensieri circolari sui passaggi di materia: quelli che trasformano una cosa in un'altra, quelli che dal liquido creano il solido, quelli che fanno le cose diverse alla vista, al tatto e al gusto. Perché degli albumi che si montano a neve, hanno un fascino quasi ultraterreno. Come fanno a prendere quella consistenza? come fanno a diventare altro di così diverso da sé, continuando sempre ad essere albumi? La natura nascosta della neve, ferma, bianca e immobile, che da sempre portavano con loro, attende

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